Un cerchio che può diventare un quadrato e poi ancora cerchio e forse ancora quadrato.
Questa continua danza fra due forme apparentemente contrastanti che s’incontrano nelle linee, creano l’unità e ancor si differenziano.
Il potenziale celato in ogni individuo che viene mostrandosi e svelandosi nel creare forme geometriche con altri individui.
Le tradizioni
Nel lignaggio dei Curanderos messicani di Vera Cruz questo movimento fra quadrato e cerchio viene studiato ed utilizzato nella geometria sacra nell’ambito delle frequenze e delle dimensioni che creano la nostra realtà tridimensionale. In questo movimento, in cui il cubo per un millesimo di secondo si trasforma in una sfera per poi tornar ad essere cubo, tutto ciò che non ha energia vitale viene spinto via dalla vibrazione particellare creata. In questo modo avviene una purificazione nei nostri 4 corpi (fisico, mentale, energetico ed emozionale)Questa costellazione energetica è chiamata “Intervento Divino”.
Negli Yantra della tradizione Tantrica abbiamo un cerchio dentro ad un quadrato.Il cerchio simboleggia la Coscienza universale, è l’espansione del punto centrale, è dinamico e si scinde per creare tutti gli esseri viventi. Rappresenta il mondo fenomenico e negli elementi è rappresentato dall’acqua.
Il quadrato è più funzionale, esso rappresenta la stabilità, la solidità, la stagnazione. Le due linee verticali esprimono dinamicità, le due linee orizzontali invece esprimono staticità, per cui l’effetto è quello di evocare equilibrio. Negli elementi è il simbolo della terra.Lo Yantra è una fotografia energetica di un dato “campo” (o divinità o archetipo universale) che si vuole assimilare nel contemplarlo: campo della guarigione (Vishnu), della bellezza (Tripurasundari), del distacco (Shiva), delle arti (Saraswathi)…
Gli alchimisti volevano trasformare il cubo in sfera e la sfera in cubo, l’energia in materia e la materia in energia.Per gli Alchimisti la sfera rappresenta l’ energia,il femminile, l’apertura, la creatività e la possibilità, mentre il cubo rappresenta la materia che porta chiarezza, conoscenza e costruzione.
Non c’è da sorprendersi se queste forme geometriche le ritroviamo anche fra noi umani.Infatti un cerchio ed un quadrato sono presenti anche negli incontri di donne sempre più frequenti che insieme scoprono, sulla propria pelle, l’essere in movimento e l’essere immobilità.
Questi incontri vengono spesso chiamati CERCHI DI DONNE in cui abbiamo la possibilità di riconoscere l’incontro tra il nostro principio femminile e quello maschile.
Perché far differenza di genere?
Dov’è il quadrato?
In questi ultimi anni ho partecipato, collaborato e co-creato con cerchi di donne e cerchi di donne e uomini insieme. Con totale sincerità posso dire, dalla mia modesta esperienza, che la magia e la meraviglia si rivelano in entrambi i tipi di cerchi.
Perché dividere allora?
Perché è più facile.
Nel campo creato da individui di genere solo femminile non vi sono quelle credenze con cui dobbiamo aver a che fare tutte le volte che un uomo entra in una stanza di sole donne: istinto di sopravvivenza, il “chi è meglio di chi?” ecc..
Solo donne è più facile e al momento sul pianeta Terra serve questo aiutino.
Perché a ora, nel 2016, a cent’anni dalla prima guerra mondiale, la nostra specie, quella umana, non ha ancora raggiunto un livello di maturità tale da poter dare una direzione sana alle proprie emozioni per co-creare una vita nella pace e nella gioia senza aver la necessità di sporcare e distruggere la Terra.
Non ne siamo in grado.
Siamo incastrati a causa di un’infinità di imprinting avuti in innumerevoli momenti della nostra vita.
Siamo troppo impegnati a utilizzare più energia del necessario a sopravvivere con le nostre paure nella nostra vita quotidiana.
Ci manca la fiducia.
E quindi, a noi donne, aggiungere la dominanza del patriarcato, rappresentata (purtroppo) metaforicamente da un uomo,…potrebbe essere un po’ troppo.Soprattutto se cerchiamo armonizzazione ed equilibrio.
Personalmente, tenendo conto che i cerchi di genere sono solo un passaggio, scelgo di proporre un SAFE-SPACE necessario in cui fuori dalla porta possiamo lasciare il confronto con l’uomo α.
Il cerchio di donne.
Accomunate da una ferita simile desideriamo aprire insieme uno spazio di AUTENTICITÀ.
Con il nostro cervello non capiamo esattamente perché, ma siamo attratte da questi incontri di donne che vanno divulgandosi nell’intero Globo Terrestre.
Forse perché sotto sotto pensiamo che gli uomini ci abbiano tolto qualcosa, che siano il nemico, che siano incapaci di comprenderci..
O perché ci sentiamo comprese e rispettate nello specchiarci in una donna come noi..
O perché siamo insoddisfatte…
O perché sentiamo che c’è dell’ ”altro”…?
Sento che non sia così importante la motivazione.
Sento che è importante riconoscere che ci sono sentimenti avvinghiati ad emozioni e portarli fuori in un ambiente in cui non vi è giudizio. Semplicemente nominarli e sentire cosa ci risponde il corpo. Dargli tempo di raccontarsi e quindi conoscerlo e conoscerci.
Ciò che ci trasforma davvero è l’esperienza vissuta nella sua interezza, che ha la capacità di mutare le nostre connessioni neuronali dandoci così la possibilità di aprirci a qualcosa di nuovo.
Essere nel proprio potere personale per una donna non vuol dire solo femminilità e ciclicità…ma riconoscere ed incarnare anche il proprio maschile, la saldezza, la direzione, il proprio spazio vitale…
Nella pratica cosa succede?
Un cerchio (Shakti) che si rende disponibile a diventare un quadrato (Shiva) e ancora danza il cerchio (movimento) per ritrovarsi quadrato (silenzio).
Individualmente si comincia a sentir nel corpo cosa avviene nel momento in cui non c’è bisogno di provar a niente e a nessuno che IO e TE abbiamo il diritto di esistere.
Tutta la nostra attenzione è focalizzata a percepire le nostre sensazioni, le nostre immagini e i nostri pensieri che con il passar delle emozioni ci muovono in Danze e Giochi di completa Presenza ed Intenzione.
A volte siamo con un compagna di viaggio e altre siamo in un piccolo gruppo, a volte in mezzo al cerchio e altre in nostra semplice e totale compagnia.
Siamo un cerchio e siamo un quadrato.
L’intenzione non è quella di ritrovare la sorellanza perduta per poter così cambiare il mondo. Non bisogna dimenticare che ciò che ci presenta il mondo dei dominatori si può facilmente manifestare anche in un cerchio di donne…senza esclusione di colpi.
Con umiltà sentiamo che l’intenzione è semplice: respirare consapevolmente con i propri polmoni, conoscerci, accettarci e centrarci per poter camminare con più comprensione e determinazione i nostri passi quotidiani.
Poi succede che ora dopo ora, sempre a contatto diretto e non diretto, percepiamo un filo che ci tocca, che ci entra dentro e danza.
Danza legandoci con dolcezza e magia a chi ci sta attorno. Senza fretta.
Con calma e pazienza andiamo incarnando questo filo e cominciamo a soffermarci un poco di più sullo sguardo, sui gesti e sulle parole delle nostre compagne di viaggio.
Sorgono pensieri e dubbi:
“Ma è vero che queste donne possono essere degli specchi di mie personalità/aspettative/sogni/paure/giudizi/ferite/gioie…?
Che cosa muovono in me?
Riesco ad accettarle nel mio campo?
Riesco a riconoscere e porre i miei limiti non considerando ciò una cattiveria nei confronti dell’altra, ma una verità condivisa?
Ma quel sorriso è sincero?
Riesco ad accogliere nel cuore quel sorriso d’amore?
Il gruppo e i giochi proposti mi sembra che diano proprio questa possibilità…provo!”
Neuroni a specchio
La scienza moderna ci spiega il funzionamento dei neuroni a specchio nella nostra vita: apprendiamo un comportamento semplicemente osservandolo. Percepiamo nel nostro corpo le sensazioni vissute da una persona su cui abbiamo l’attenzione e in questo modo impariamo. Senza filtri.
E se il filtro lo mettessimo noi ancorandoci alla consapevolezza?
Se, grazie ai giochi e alle pratiche proposte, siamo centrate, presenti e consapevoli (Shiva) e chi ci sta di fronte ha la possibilità di esprimersi e fiorire nella sua più infinita bellezza (Shakti), il nostro sistema biologico ha lo spazio per apprendere un nuovo comportamento: riconosce quando vi è un SAFE-SPACE sincero per poter essere pienamente se stesso in autentica bellezza.
E in futuro, forse, potrebbe far suonare un richiamo interno se intorno a sé non trova questo ambiente/campo confortevole.
Chissà che situazione dopo situazione non impariamo, con discernimento e pazienza, a sentire nel corpo quello che ci fa essere completi in tutta la nostra verità e spontaneità e quello che invece, in un qualche modo, ci blocca.
Quali sono le situazioni, le persone e le risorse interne ed esterne a noi necessarie per essere presenti e veritiere?
Pian piano, ascoltando il nostro corpo, distinguiamo ciò che è desiderio da ciò che è bisogno e/o necessità.
E non dimentichiamoci della Magia.
Non qualcosa di esoterico o irreale.
Semplicemente Vita che si manifesta nella sua sincronicità più perfetta.
Vita che mette insieme la trama dell’invisibile con i nostri passi quotidiani.
Il risultato della nostra crescita individuale, aurica, planetaria e stellare che ci propone le possibilità di esplorare il nostro libero arbitrio.
Ogni giorno diverse e più salde.